Paolo e Francesca “noi che tignemmo il mondo di sanguigno” (Inferno, V, v.  90) “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:” (Inferno, V, v. 137.) - ppt  video online scaricare

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Per descrivere i lussurosi Dante inserisce due similitudini legate al mondo degli uccelli: E come li stornei ne portan l
Paolo e Francesca “noi che tignemmo il mondo di sanguigno” (Inferno, V, v. 90) “Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:” (Inferno, V, v. 137.)
90) Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: (Inferno, V, v. 137.) .
« Or incomincian le dolenti note. a farmisi sentire; or son venuto. là dove molto pianto mi percuote. » inferno, V, vv Dante e Virgilio nel II cerchio, Gustav Dorè.
E come li stornei ne portan l ali. nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali. di qua, di là, di giù, di sù li mena. . inferno, V, vv E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di sé lunga riga, così vid’io venir, traendo guai, ombre portate da la detta briga; inferno, V, vv
Inferno, V, vv Quando giungon davanti a la ruina, quivi le strida, il compianto, il lamento; bestemmian quivi la virtù divina. Inferno, V, vv
Joseph Anton Koch, L‘ incontro di Dante e Virgilio con le anime dei lussuriosi e di Paolo e Francesca,
Giuseppe Frascheri, Dante e Virgilio incontrano Paolo e Francesca,
« Amor, ch al cor gentil ratto s apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e l modo ancor m offende. Amor, ch a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense. Queste parole da lor ci fuor porte. » Inferno, canto V, vv Carlo Capone, Paolo e Francesca.
Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense». Queste parole da lor ci fuor porte. Inferno, V, vv
di Lanciallotto, come amor lo strinse: soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fïate li occhi ci sospinse. quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso. esser baciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante. (Inferno, V, vv )
Non a caso Dante dopo la prima confessione della giovane ha un attimo di sconforto, resta assorto in silenzio.
Francesca da Rimini (Ravenna, 1255 – Gradara, 1285), era figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna. Francesca da. Rimini.
Il capostipite, Malatesta da Verucchio detto il Mastin Vecchio o il Centenario, concorda ed il matrimonio e combinato.
…Francesca accetto con gioia ed il giorno delle nozze, senza dubbio alcuno, pronuncio felice il suo si senza sapere che Paolo la sposava artificiosamente per procura ossia a nome e per conto del fratello Giangiotto.
Gloria Lacquaniti. Martina Palumbo. a.s. 2009/ V.

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LA II^ C P R E S N T A. - ppt video online scaricare

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